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La tecnologia ha provocato la rinascita di forme acustiche instabili,
che la liuteria classica aveva accuratamente attenuato: transitori
d’attacco e d’estinzione, profili dinamici in costante evoluzione,
rumori, suoni complessi di massa, suoni multifonici,
granulosità, risonanze, ecc. Tutti questi procedimenti fluidi e
fluttuanti erano già stati scartati, o comunque mantenuti allo
stato residuale, perchè si muovevano in direzione del disordine.
Adesso si collocano al centro della creazione musicale. (Hugues Dufourt
– in Musica, Potere, Scrittura ed. Ricordi)
Inside the instruments raccoglie 5 brani elettroacustici composti fra
il 2004 e il 2008, basati su registrazioni vocali o strumentali, in cui
gli strumenti non sono utilizzati in maniera convenzionale. Dunque gli
“slap” in “Inside the pipe”, suoni ottenuti con massima pressione
dell’arco in “Con l’arco”, corde stoppate o pizzicate in
“Hammerklavier”. Una sorta di viaggio ideale all’interno delle parti
“rumorose” degli strumenti acustici e della voce umana. L’elettronica
permette di analizzare e risintetizzare tali suoni complessi,
estraendone di volta in volta determinate caratteristiche, esplorando
la zona che va dal rumore al suono intonato, modificandone l’attacco o
l’estinzione, disponendo poi il materiale derivato lungo lo spazio
temporale allo scopo di costruire un forma organica.
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